Nessun profumo vale l'odore di quel fuoco

XII chiacchierata con Enzo Bianchi priore emerito di Bose -la preghiera I° parte-


la preghiera …… prima parte
Fratelli e sorelle carissimi, da sempre i cristiani nel tempo quaresimale, tempo di conversione, di ritorno al Signore, cercano di essere più assidui nell’ascolto della Parola di Dio, intensificando la loro preghiera, si esercitano maggiormente nell’arte della lotta spirituale per camminare in modo fedele e perseverante sulle tracce del Signore Gesù.
Questi incontri, queste condivisioni di riflessioni ogni venerdì sera in questa Basilica che da secoli è lo spazio in cui risuonano la parola di Dio e la preghiera della Chiesa, vogliono proprio nel cammino quaresimale aiutarci a ritornare al Signore.
“Convertitevi”, cioè ritornate al Signore, è l’invito dei profeti e l’invito di Gesù ancora oggi.
E noi rispondiamo innanzitutto ascoltando, accogliendo la Parola del Signore.
Ci mettiamo in ascolto per conoscere il Signore sempre di più, perché conoscendolo di più lo ameremo di più e potremo vivere in comunione con Lui.
Il tema scelto per le nostre riflessioni quaresimali è il tema della preghiera cristiana, ma in verità noi rifletteremo sulla nostra vita in comunione con Dio.
Come accendere questa comunione, come viverla?
La preghiera è nient’altro che l’eloquenza della fede, l’eloquenza della nostra adesione al Signore, è l’eloquenza della nostra speranza in Lui, è l’eloquenza del nostro amore per Lui.
Dunque la preghiera è l’eloquenza, il respiro di tutta la vita cristiana.
Chiediamo perciò al Signore all’inizio di questo nostro itinerario di concederci il dono dello Spirito perché possiamo accogliere la sua Parola, possiamo conservarla, meditarla nel cuore fino ad esser capaci di innalzare a Lui la lode, il rendimento di grazia e la domanda di salvezza nella consapevolezza di essere nient’altro che uomini e donne bisognosi della misericordia del Signore.
E così voglio soprattutto ringraziare questa sera l’Arcivescovo che mi ha dato questa opportunità di farmi con voi discepolo e soprattutto Mons. Erminio de Scalzi per l’invito ad essere qui in questa Basilica.
E spero di essere un povero servo della Parola, un eco della Parola. Nient’altro.
Ed ora predisponiamoci all’ascolto della Parola con un Salmo (Salmo 1) e con una invocazione al Signore.
Preghiamo: Signore, noi ti ringraziamo perché ci hai chiamati ancora una volta alla tua presenza per farci dono della tua Parola. Fa’ che la accogliamo con umiltà e attenzione e manda su di noi il tuo Spirito Santo perché possiamo discernere in essa il pane di vita, il corpo di tuo Figlio Gesù Cristo, vero nutrimento nel nostro cammino verso il Regno.
Sii benedetto ora e nei secoli dei secoli.

Ascoltiamo la Parola dal Vangelo secondo Luca (Lc10, 38-42)
“ In quel tempo Gesù, mentre era in cammino con i suoi discepoli, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta»”.

Abbiamo ascoltato nel Vangelo di Luca la narrazione di un incontro con Gesù.
Gesù è in cammino, è accolto in una casa, la casa di Marta, di Maria, di Lazzaro. Sono gli amici di Gesù presso i quali Gesù abitualmente sostava nel suo andare predicando di villaggio in villaggio.
Gesù è accolto. Ma subito Marta è come travolta dall’impegno di molti servizi.
Marta porta un nome significativo. Il suo nome significa “signora”, “padrona della casa” e Marta ha una buona intenzione, vuole accogliere bene Gesù, certamente preparandogli un pranzo, preparandogli un luogo in cui Gesù possa riposare e in questo si affanna, si agita per molte cose.
Invece Maria, sua sorella, dopo che Gesù è entrato in casa, si siede ai suoi piedi, nella posizione del discepolo, nella posizione di chi accoglie un insegnamento dal Maestro, ed è tutta tesa ad ascoltare le parole di Gesù.
Due sorelle, due atteggiamenti molto diversi anche se entrambi gli atteggiamenti vogliono accogliere Gesù.
Si accende una tensione.
Marta si rivolge a Gesù e gli dice stizzita: “Signore, ma non ti importa che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille di aiutarmi”. Marta fa una richiesta a Gesù, vuole che Gesù in qualche misura biasimi sua sorella e faccia sì che sua sorella si metta con lei ad occuparsi di molte cose.