Nessun profumo vale l'odore di quel fuoco

Dopo tre giorni risorgerò

Carissimi, giornata particolare, è un sabato ma è il SABATO DELLA STORIA, accade ogni anno ma non ce ne accorgiamo, ieri felice telefonata con l’amico Roberto che soffre, anche lui come me, ….. per un silenzio di idee, di creatività e di paura di essere!

Vi propongo la riflessione di FR. LUDWIG che abbiamo conosciuto …. a BOSE lo scorso fine settimana…. 


 

Mt  27,62-66

62Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, 63dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: «Dopo tre giorni risorgerò». 64Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: «È risorto dai morti». Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». 65Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». 66Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.

Sabato santo, giorno del grande silenzio, giorno dell’enigma e del buio più nero: l’avventura del profeta e maestro di Nazaret è davvero finita con la sua morte vergognosa in croce? Insieme alla pietra posta sulla tomba da Giuseppe di Arimatea (cf. Mt 27,59-60) è morta anche la speranza dei discepoli, e la nostra con la loro?

Matteo riporta un episodio che disegna davanti agli occhi di noi lettori una prima inversione di rotta. All’indomani della morte di Gesù, i capi dei sacerdoti e i farisei si recano da Pilato per un preciso motivo: “Ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, aveva detto: ‘Dopo tre giorni risorgerò’”. Ecco l’ultimo paradosso di una vicenda, quella di Gesù, interamente all’insegna del paradosso, da ogni punto di vista: sono proprio e solo i suoi avversari a ricordarsi dell’annuncio della resurrezione fatto da Gesù!

Per tre volte, mentre saliva con i suoi discepoli a Gerusalemme, insieme alla sua passione e morte Gesù aveva annunciato loro l’inaudito: la resurrezione, l’essere richiamato dai morti alla vita eterna da parte del Padre (cf. Mt 16,21; 17,22-23; 20,18-19). Ma a testimonianza di quanto poco essi avevano compreso e creduto alle sue parole, quando Gesù era stato arrestato “tutti lo avevano abbandonato ed erano fuggiti” (Mt  26,56)… Ebbene, gli unici che ora si ricordano delle parole di Gesù e le diffondono sono i suoi nemici! È un segno di come il suo annuncio della resurrezione, una volta fatto, sia così potente che non può non cambiare la realtà, non fare breccia persino nei cuori più recalcitranti (cf. Is 55,10-11). Quando tutto sembra finito, tutto ricomincia: davvero i pensieri del Signore non sono i nostri, le sue vie non sono le nostre (cf. Is 55,8-9)…

Certo, alle parole rivolte a Pilato da questi uomini religiosi fa seguito la loro richiesta al potere politico di mettere delle guardie a custodia della tomba. Ma di metterle fino a quando? “Fino al terzo giorno”, proprio quello in cui Gesù aveva annunciato il compiersi della resurrezione: essi lo ricordano e lo ribadiscono un’altra volta! Certo, costoro sono scettici: “… perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: ‘È risorto dai morti’. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima”. Ma ancora una volta risuona nelle loro parole l’annuncio pasquale: “È risorto dai morti”, lo stesso che l’angelo rivolgerà alle donne nell’alba pasquale: “Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto” (Mt  28,6).

Tutto il resto non ci interessa, fa parte della cronaca: la reazione di Pilato, la pietra sigillata, le guardie effettivamente poste davanti alla tomba; poi, dopo la resurrezione, la corruzione dei soldati da parte degli stessi avversari di Gesù, affinché divulghino la versione menzognera del furto del suo corpo da parte dei discepoli (cf. Mt 28,11-15).

Oggi ci basti questa luce che comincia pian piano a squarciare le tenebre: tutti gli umani, lo sappiano o no, guardano a colui che hanno trafitto (cf. Zc 12,10Gv 19,37); tutti, forse senza rendersene conto, portano nel cuore traccia dell’annuncio della resurrezione, speranza madre di tutte le speranze, anelito verso cui tende ogni vivente.

Fratel Ludwig