Nessun profumo vale l'odore di quel fuoco

Non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata

2016-03-20 12.08.18Carissimi, come al solito vi invio la riflessione che acquista un’importanza maggiore perchè alcuni di noi hanno vissuto la Domenica delle palme a Bose. Eravamo una 40tina.

Ci siamo spinti a meditare, cullati dai riti propri della liturgia delle ore, sul significato della Misericordia nella nostra vita e nella vita comunitaria, abbiamo conosciuto Fratel Ludwig …..che ringraziamo per la disponibilità e la saggezza. Un abbraccio a Fr. Marco, paziente preciso e……. ci vuole bene, siamo già prenotati per il 2017!!!

Nella galleria fotografica, sono disponibili alcune foto scattate durante l’incontro.

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Lc  19,41-46

41Quando Gesù fu vicino, alla vista di Gerusalemme pianse su di essa 42dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. 43Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; 44distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

Siamo entrati nella Settimana santa, cuore dell’anno liturgico, e quali discepoli di Gesù vogliamo accompagnare in questi giorni il Signore nostro nel suo esodo da questo mondo al Padre. Sapremo vegliare, fosse anche “una sola ora” (Mc 14,37), insieme con lui?

È un cammino di passione quello che Gesù percorre: “passione” nel duplice significato di patimento, sofferenza, ma anche, e soprattutto, di amore appassionato, di amore estremo. Lo vediamo in modo evidente nel testo evangelico di oggi, in cui ci sono presentati due momenti di questa passione ardente e sofferente di Gesù.

C’è anzitutto il suo impatto con la città santa, Gerusalemme, la città scelta da Dio come luogo della sua dimora. Quello che per ogni ebreo è un incontro contrassegnato dalla gioia (“Quale gioia quando mi dissero: Andremo alla casa del Signore!”:Sal 122,1), per Gesù si rivela un incontro doloroso, drammatico, in cui si condensa una lunga vicenda di amore, tra Dio e il suo popolo, segnata da infedeltà. Gesù non esulta di gioia, anzi piange, prorompendo in un lamento che è accorato appello, ma anche denuncia del male nascosto: la mancanza di conoscenza. Gerusalemme non conosce ciò che porta alla pace (v. 42), non conosce il tempo della visita (v. 44), cioè non sa riconoscere e accogliere in Gesù colui che porta la pace, non sa discernere in lui la visita delle “viscere di misericordia” di Dio. E là dove non c’è conoscenza, non è possibile una vera storia di amore, non è possibile una relazione stabile, duratura, anzi si aprono vie di morte. Sì, c’è una non conoscenza che porta alla morte (cf. Os 4,6)!

Gesù piange, ed è l’unica volta nel vangelo secondo Luca. È il pianto e il lamento di chi ama (si pensi al “pianto in segreto” di Dio in certi passi di Geremia: cf. Ger 13,17). Un amore ferito, deluso, ma non arreso quello di Gesù. E lo dimostra il gesto che egli compie subito dopo: scaccia i mercanti dal tempio. Si tratta di un gesto profetico, consapevolmente provocatorio, che urta, scandalizza, e dunque dovrebbe far pensare, ma che soprattutto intende rivendicare il primato che spetta a Dio: il tempio, voluto come luogo di preghiera, di incontro con il Signore, è diventato luogo di mercato. Un mercato finalizzato al culto, è vero, ma pur sempre mercato… E Gesù, nella sua passione per Dio, si propone di restituire il tempio alla sua vera finalità di “casa di preghiera”.

La parola di Dio è sempre parola per “questo giorno” (v. 42), parola per l’oggi della chiesa e di ciascun credente, perché costantemente attuale è la tentazione, che nella storia assume forme sempre nuove, di trasformare la casa di Dio e lo stesso nostro cuore, tempio di Dio, in luogo di mercato. Accompagnare Gesù in questa Settimana santa significa anche accettare, anzi invocare un cammino di purificazione per la chiesa e per ciascuno di noi. Significa chiedere quella passione per Dio che ci porti ad avviare un’azione di sgombero, per rimuovere nello spazio ecclesiale e nello spazio del nostro cuore presenze e traffici che nulla hanno a che fare con il vangelo.

Fratel Valerio