Nessun profumo vale l'odore di quel fuoco

Lasciala fare

CENA-EBRAICA2015Carissimi, come ogni giorno vi invio la riflessione che ci accompagna in questa settimana che sancisce uno spartiacque tra prima e dopo. Un prima, pieno di incertezze, di dubbi e un tempo nuovo dove abbiamo scoperto che c’è un qualcuno che ci vuole bene; si! che vuole il nostro BENE-ESSERE…. è la realtà che ci scombina e per quanto diciamo e facciamo, ci entra a fatica… perchè la fine ci terrorizza.

Vi propongo di organizzare la cena ebraica e per questo domani vi allegherò un librettino che abbiamo costruito nel tempo.. chi volesse partecipare qui a Mestre, se mi da un cenno, organizziamo con Alessandro ZANON del Museo Ebraico di VENEZIA… 


Gv  11,55-12,11

55Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. 56Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». 57Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo.

1 Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. 2E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. 3Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. 4Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: 5«Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». 6Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. 7Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. 8I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».

9Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. 10I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, 11perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

L’evento della resurrezione non è meno scandaloso di quello della passione e morte del Messia. L’ultimo dei grandi segni di Gesù nel quarto vangelo prima di entrare nella sua passione è la resurrezione del suo amico Lazzaro. Non è un caso che nella liturgia bizantina, la Grande e Santa Settimana si apra proprio con la celebrazione del Grande Sabato di Lazzaro.

Questa resurrezione, nel vangelo di Giovanni, diventa una pietra di scandalo che divide i cuori di chi ne è testimone. “Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, credettero in lui” (Gv  11,42); e subito dopo l’evangelista aggiunge: “Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto” (Gv  11,46).

Il grande segno di Lazzaro è la causa diretta che fa decidere ai capi dei sacerdoti di uccidere Gesù: “Quest’uomo compie molti segni, se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione” (Gv  11,48). A questo punto Giovanni colloca l’interpretazione teologica del complotto contro Gesù, che supera la comprensione degli stessi protagonisti. “Caifa … essendo sommo sacerdote in quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi” (Gv  11,51). Gesù subisce la sorte dei profeti inviati da Dio al suo popolo, che sono stati rifiutati, perseguitati, uccisi (cf.Ger 26, 8-11Mt 21,33-46). Egli è la parola definitiva del Padre, il Figlio unigenito amato inviato nel mondo per amore del mondo, che non è stato mandato “per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (Gv  3,17). La sua morte non è soltanto piena solidarietà con le vittime dell’ingiustizia del potere, ma paradossalmente sarà trasformata da Dio nel segno definitivo del suo perdono e della sua misericordia, che vincono l’odio degli uomini, che sono più forti di ogni peccato e della morte stessa.

Nel quarto vangelo, la donna che versa l’olio di puro nardo sui piedi di Gesù e li asciuga con i suoi capelli, ha un nome: è Maria, la sorella di Lazzaro. Il vangelo di Luca la descrive seduta ai piedi di Gesù che ascolta la sua parola (Lc 10,39). È con gli occhi della fede che Maria ha visto la resurrezione del fratello Lazzaro (cf. Gv 11,40), che dal sepolcro era uscito “con il viso avvolto da un sudario” (Gv  11,44): nella fede e non nella visione (cf. 2 Cor 5,7) le meraviglie operate da Dio entrano anche nel nostro cuore e ci donano la vita.

Ma gli occhi di Maria hanno veduto anche un’altra morte annunciata in quell’evento, che i discepoli non comprendono ancora: il Signore sta andando incontro alla sua passione e morte, è l’ultima volta che sarà ospite dai suoi amici a Betania. Mentre il profumo del nardo prezioso si spande per tutta la casa, i discepoli mormorano, e forse uno di loro decide in cuor suo di tradire il Maestro. Gesù invece accoglie il gesto dell’amica e vi scorge una profezia della propria sepoltura. L’amore di Maria vede più lontano dei calcoli dei discepoli.

Domandiamo anche noi in questa Settimana santa il dono dell’ascolto e dell’amore, per seguire Gesù nel suo cammino di Passione e morte, fino all’evento della sua Resurrezione, senza restarne scandalizzati.

Fratel Adalberto